Ilva, c’era una rivolta

un audio documentario di Ornella Bellucci e Gianluca Stazi

scrittura: Ornella Bellucci e Gianluca Stazi
montaggio e mix: Gianluca Stazi
produzione: Tratti Documentari

Durata: 18′

Per ascoltarlo: https://tratti.org/2013/08/06/ilva/

Ho cominciato a occuparmi dell’Ilva di Taranto nel ’97, a due anni dalla privatizzazione dello stabilimento, svenduto dall’IRI al gruppo Riva dopo oltre vent’anni di gestione pubblica.
La fabbrica di Stato era un’altra cosa: le assunzioni erano a tempo indeterminato, i lavoratori venivano addestrati alla sicurezza, il sindacato era presente. Gli infortuni, i morti sono stati meno, molti meno, di quelli prodotti fin qui dalla gestione Riva. Le malattie professionali, che allora hanno cominciato a insidiare i lavoratori, sono emerse dopo.
Oggi a Taranto il lavoro si concentra ancora nel siderurgico. Vi sono impiegati gli allora giovani che hanno dato il cambio ai padri, incontrando un destino più amaro: contrattuale e di sopravvivenza, all’interno e all’esterno dello stabilimento. Lavoratori tenuti sotto scacco con contratti capestro, mai formati alla sicurezza, riluttanti a contatti con le organizzazioni sindacali (tranne quelle filo-padronali, dall’era Riva maggioritarie in fabbrica). Anni duri, in cui il sindacato – la Fiom Cgil in particolare – è stato presente più di oggi alle loro istanze. E alle prime “storture”, anche certo ambientalismo ha preso a muoversi. Queste parti sociali, negli anni, non hanno coagulato proposte d’insieme: il binomio lavoro-ambiente è difficile da difendere. Anche se il lavoro è precario, invalidante, mortale. E l’ambiente avvelenato, violentato dai costi di quel lavoro. Che però frutta, e molto, alla proprietà. Il gruppo Riva è tra i maggiori produttori dell’acciaio mondiale, ha stabilimenti in tutto il globo. Dal solo sito tarantino – oltre 12 mila dipendenti, e circa 3mila nell’indotto – cava il 70 per cento della produzione: dieci milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, più o meno. È tra i maggiori stabilimenti siderurgici europei, oggi sotto accusa per, semplificando, “disastro ambientale”. L’aumento di patologie correlate all’inquinamento prodotto dall’Ilva a Taranto e provincia è vertiginoso, ben oltre la media nazionale. E non risparmia bambini e nascituri.
Era il 2 agosto scorso, a giorni dal sequestro senza facoltà d’uso dell’area a caldo dell’Ilva, quando Taranto – quella Taranto fin lì senza collante, invisibile – è scesa in piazza. C’era stata, sì, la chiamata dei sindacati. E anche gli ambientalisti avevano fatto la loro parte. Ma molte sono state le adesioni personali o poco di più, a quel moto improvviso – di storie, di rabbia – che chiedeva, consapevolmente, la stessa cittadinanza per diritti del lavoro e dell’ambiente. Un moto che, fuori dalla chiamata degli organizzatori e lontano da sigle, si è trovato incanalato nei due cortei – uno per i dipendenti Ilva, l’altro per i lavoratori dell’indotto – sciolti in piazza della Vittoria. Lì i segretari sindacali avrebbero dovuto tenere il comizio, aperto a politici e ambientalisti.
Ornella Bellucci

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“Ilva, c’era una rivolta” è stato presentato in anteprima al festival Teatri di Vetro 7 ed è liberamente tratto dal reportage “Ilva, tra lavoro e ambiente” di Ornella Bellucci, trasmesso da Rai Radio3 dal 15 al 19 ottobre 2012.

Ascolti collettivi:
Roma – Teatri di vetro 7 – 26 aprile 2013
Bellaria – Bellaria Film Festival – 1 giugno 2013
Venezia – Goletta verde – 22 maggio 2013
Roma – Isola del cinema – 4 agosto 2013

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PROGETTO: Racconti Invisibili

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