Torino Film Festival
Sabato 22 Novembre, ore 17.45, Greenwich 1
La Zona
Incontro con Tonino De Bernardi, regista di Pane/Piazza delle Camelie
Due progetti in uno
Pane/Piazza delle Camelie sono due progetti che si sono incontrati. È un film sul nostro
vivere, sull’Italia di oggi. Non c’è Berlusconi, ma insomma…
Pane
La prima parte del film, quella più documentaria, è buona come il pane. Ho iniziato a
filmare prima questa parte dedicata al fare il pane in modo molto appassionato. Provo
grande piacere nel filmare le persone che lavorano con le mani; inoltre il pane è una mia
condanna personale, mia mamma continuava a dirmi di mangiare il pane. Oggi i bambini
non lo mangiano più. È assurdo. Sono andato a girare in Toscana, grazie ad un amico che
mi ha presentato questi fantastici panai. Durante la notte, alle quattro circa, è rientrato a
casa loro figlio dopo una notte in discoteca. È molto diverso dai genitori; non ama fare il
pane e si è rifiutato di farsi filmare. In fondo lo capisco, è tornato alle quattro e alle otto si
sarebbe già dovuto svegliare per andare a consegnare il pane! Dopo questo incontro, ho
deciso di creare io dei figli per i panai, che sono poi i ragazzi dell’altra parte del film.
Questo film lo devo agli attori, oltre che al pane!
Piazza delle Camelie
A Roma, nel quartiere di Centocelle, c’è Piazza delle Camelie. Sono partito da lì per
raccontare la storia di alcuni ragazzi. Ho voluto filmare il mondo dei sentimenti, che sono
leggeri, anche se profondi. Il mondo dei giovani è fluttuante nei sentimenti; mi interessava
ciò che puoi cogliere della vita solo se sei ben disposto a farlo.
Fare film
Vivo per il cinema e godo nel momento in cui faccio i film, ma poi questo piacere diventa
una condanna perché, una volta fatti, devo portarmeli sulle spalle. Ogni film è sempre una
radiografia di chi lo fa. In questo caso la doppia natura del film rappresenta la divisione del
nostro essere. Penso che tutti noi siamo esseri divisi in noi stessi; questi due mondi in cui
ci troviamo scissi mi appartengono molto e mi ci ritrovo in ugual misura, anche se nel film
può sembrare che ci sia intensità diversa nel modo in cui mi approccio all’uno e all’altro.
Il dolore
Nel film c’è una poesia di Rilke che parla del dolore, come di qualcosa costante nelle nostre
vite. È bellissima e vera: in fondo, siamo sempre qua che soffriamo.
PANE/PIAZZA DELLE CAMELIE
2008, Italia
Betacam SP, 96′, col.
regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia/director, story, screenplay, cinematography Tonino De Bernardi
montaggio/film editing Silvia Palermo
musica/music Véronique Bouteille
suono/sound Gianluca Stazi
interpreti/cast
Chiara Pauluzzi, Fulvio Baglivi, Chiara Cocolini, Carlo Cocolini, Véronique Bouteille, Cristina Brugnano, Giulietta De Bernardi, Pia de Silvestris, Adamo Vergine, Tessi Momo,
Cate Momo, Tommy Momo
produzione/production Lontane Province Film
A Gorgiti, un paesino sulle montagne della Toscana, Carlo e Grazia
fanno tutte le notti il pane nel forno a legna per i rivenditori:
è una tradizione di famiglia. A Centocelle, nella periferia romana,
oltre piazza delle Camelie, alcuni giovani percorrono momenti
delle loro traiettorie di vita. Sono esistenze parallele in universi
lontani e differenti dell’Italia di oggi, opposti nel passaggio
generazionale e forse inconciliabili.
«Da un lato, un film sulle cose primarie tramandate e su altre
che non lo sono. Fare il pane come nell’antico, nella campagna:
il film ne fa una cronaca con i reali protagonisti. Dall’altro, la città,
i giovani e gli attori: si va verso il romanzo. Il film è un tentativo
di esplorare il nostro presente e alcune delle sue contraddizioni,
nella contrapposizione tra antico e nuovo, da una generazione
all’altra. Ritengo artificiosa la distinzione tra documentario e fiction;
nel mio essere borderline, capita che vada spesso alla ricerca
dei possibili sconfinamenti. Dedico ai miei genitori (amati e traditi)
e a chi è giovane (con fedeltà)».